Che ne è di te borgo montano pigro e sornione lungo scoglio antico rocca guardiana d’una terra avara sentiero impervio, del cammin nemico verde scenario di bellezza raraE che dicon quei sassi a calce rosa mosaico di pazienza contadina nascosti dal cemento fuor misura generazioni e secoli in sordina zolle d’argilla, sudore e vita duraE poi quei volti, rughe brunite da impietosi soli gelidi inverni, fuliggine ed amore mani callose ed anime eleganti spirito acceso e del creator timore umili e immensi, niente rabbia e vantiÈ tutto qui, si scioglie in emozione per noi figli lontani ad ogni tappa perso lo sguardo ad inseguir quel niente nessun blasone, un punto su una mappa eppur malinconia si fa struggente