Nostalgia di Sologno

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Che ne è di te borgo montano
pigro e sornione lungo scoglio antico
rocca guardiana d’una terra avara
sentiero impervio, del cammin nemico
verde scenario di bellezza raraE che dicon quei sassi a calce rosa
mosaico di pazienza contadina
nascosti dal cemento fuor misura
generazioni e secoli in sordina
zolle d’argilla, sudore e vita duraE poi quei volti, rughe brunite da impietosi soli
gelidi inverni, fuliggine ed amore
mani callose ed anime eleganti
spirito acceso e del creator timore
umili e immensi, niente rabbia e vantiÈ tutto qui, si scioglie in emozione
per noi figli lontani ad ogni tappa
perso lo sguardo ad inseguir quel niente
nessun blasone, un punto su una mappa
eppur malinconia si fa struggente